martedì, gennaio 12

Sei proprio una sfigata



"È salita sulla linea rossa, Inganni, il terzo vagone della metropolitana. Aveva un fiore tatuato sulla spalla e un anello nel labbro inferiore.

La gente ha cominciato a urlare, qualcuno si è anche buttato per terra ma io non ho smesso di pensare che era la più bella.

Il tempo ha frenato bruscamente. Anche lei mi ha visto calmo e si è arrabbiata.

Si è avvicinata e mi ha urlato -Anche tu coglione, in fretta!-

Ma ero rimasto abbagliato dalla sua immagine, erano le prime parole che percepivo e non ho potuto far altro che pensare -Anche tu cosa?-

È stato allora che ho notato la pistola ma il mio sguardo si è subito posato alla sua mano. Una mano lunga e convessa di una danzatrice orientale.

Lei si è arrabbiata ancora di più, uralva, e con quella mano mi ha tirato uno schiaffo. Non le importava più niente degli altri passeggeri, nulla dei soldi. Non si ricordava neppure cosa era venuta a fare, le importava solo della mia calma -Vuoi fare l'eroe ma sei un coglione! Sei un eroe o un coglione?- e prendendomi per i capelli mi ha sbattuto la testa contro il finestrino.

A quel punto mi è venuta in mente una cosa e gliel'ho detta -Sono il tuo angelo custode-

-Cosa?-

-Sono il tuo angelo custode e tu dovresti nascondere la pistola e alla prossima fermata scappare perchè sento che ti andrà male-

A questo punto ha perso il controllo, la pazzia le ha illuminato gli occhi e io ho potuto vedere che era davvero la più bella.

Ha cominciato a picchiarmi con il calcio della pistola urlando -Sei nato per portarmi sfiga, bastardo, ma io ti ammazzo!-

Finalmente il naso si è rotto e il sangue ha cominciato a sprizzare dappertutto. Mi è salito dentro agli occhi e per un attimo non ho visto più niente. Lei si è fermata e ha sussurrato -Coglione senza ali...-

Poi più forte, versogli altri passeggeri -Coglioni senza ali!-

Allora l'azione ha rallentato ancora di più e l'audio è sparito ma io ho fatto in tempo a dire che anche se non avevo le ali non voleva dire che non fossi un angelo. -Anche se non ho le ali non vuol dire che non ti ami-.

Poi davvero, si è fatto tutto lento e ovattato. Lei mi ha puntato la pistola nel mezzo della fronte e si è messa a piangere dal nervoso. Voleva solo spaventarmi, questo lo so, ma noi non decidiamo mai niente. Siamo sempre troppo presuntuosi e il treno ha rallentato troppo, improvvisamente. Ho sentito un calore enorme, profondo, bellissimo in mezzo agli occhi e poi è diventato tutto nero ma naturalmente io ho continuato a vedere lo stesso...

Ti ho vista immobile, incredula, imbrattata di sangue... Ti ho vista guardare i passeggeri e schizzare fuori come mosche da un barattolo, appena si sono aperte le porte del vagone. Ti ho vista capire la tua verità, voltarti, cercare di correre, scivolare su un pezzettino del mio cervello e perdere la pistola proprio mentre le porte si richiudevano e il treno ripartiva e il tuo ragazzo complice che ti aspettava alla fermata si voltava correndo e piangendo terrorizzato. Ho pensato che non ti conosceva affatto.

Qualcuno ha messo la pausa, poi, per dare il tempo alla polizia di arrivare alla stazione successiva, allora con la faccia schiacciata contro il vetro della porta sembrava che ci fossi solo tu su quel treno e mentre guardavi lui che si allontanava hai pensato che c'eri solo tu. Poi ti sei voltata e ti sei accorta che c'ero anch'io, un cadavere e una donna finita.

Chi è più morto fra noi due?

Per un attimo l'hai creduto che io potessi essere il tuo angelo custode, poi hai pensato che anche gli angeli custodi non possono morire e la tua razionalità la avuta vinta sulla realtà. Sei proprio una sfigata topino, a credere che anche noi possiamo condizionare la nostra vita, a pensare che gli angeli custodi non possono morire. In realtà siamo veramente liberi solo quando ne abbiamo la possibilità e non lo decidiamo noi e anche tu sei così... Sei proprio una sfigata.

Ma io ero orgoglioso di te, ero orgoglioso di essere il tuo angelo custode. Ho sempre pensato che eri la più bella.

Ora che mi hai ucciso, però, spero proprio che lassù decidano di sostituirmi con qualcun'altro."

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